lunedì 3 dicembre 2007

FUORI DUE!

Il Gip di Milano, Clementina Forleo, ha fatto una birichinata gettando lo scompiglio negli uffici giudiziari milanesi ed ergo va mandata al Tribunale di Sessa Aurunca (CE), dove beneficerà dell'aria tersa, del buon cibo, delle belle passeggiate ed eviterà di creare agitazione e sudorazioni alle mani.
La destinazione me la sono inventata io, ci mancherebbe, ma il senso è quello.
In assenza di riscontri sulle presunte pressioni istituzionali subite relativamente al caso Unipol, nè tantomeno di complotti ai suoi danni, il Csm ha ritenuto all'unanimità che la Forleo andasse allontanata da Milano poichè incompatibile.
Ieri si è saputo ed oggi votano, in un paese civile accadrebbe il contrario.
Premetto che neanche la Forleo mi sta particolarmente simpatica, memore della liberazione disposta tre anni fa di una cellula islamica, composta a suo giudizio da patrioti.
Il fatto che non mi sia simpatica, però, certo non può influire sui giudizi in merito all'opportunità di procedere alla sua rimozione, tanto ravvicinata a quella del collega De Magistris.
Nel caso di Catanzaro sotto inchiesta avevamo trovato Prodi e Mastella, a Milano il casus belli è la richiesta di poter utilizzare le intercettazioni di D'Alema e Fassino sul caso Unipol.
Come saprete per far uso di atti relativi a parlamentari è necessario il 'via libera' della Giunta per le Autorizzazioni, presieduta dall'Onorevole Giovanardi, cui la Forleo si era impunemente rivolta per poter inserire nel fascicolo dell'inchiesta le trascrizioni.
Tanto ardire, da parte della giudice milanese, suggeriva a D'Alema di sollevare uno zelante problema di giurisdizione perchè all'epoca parlamentare europeo.
D'Alema non dimostra quindi la sua assoluta estraneità ai fatti, ma lamenta come le richieste dovessero essere rivolte a Strasburgo e non a Roma. Touchè!
In sostanza non sapremo mai di cosa realmente cianciassero Fassino e D'Alema con Consorte, o almeno se tali ciance fossero innocenti (nel senso di candide) oppure no.
Evitiamo di menare il can per l'aia, le intercettazioni sulla scalata di Unipol ad Antonveneta devono rimanere nei cassetti, punto.
E chi non ci sta finisce diritto a Sessa Aurunca, ri-punto.
Certo è da chiedersi se a confermarlo, mediante la rimozione chirurgica della Forleo, debba essere un organo molto sensibile alle indicazioni della attuale maggioranza e presieduto dal Presidente Napolitano, il cui sodalizio con Fassino e D'Alema è di lunghissima data.
E se, soprattutto, fosse opportuno sollevare l'ennesimo magistrato che metteva il naso nelle questioni della casta ora in sella, già assolta tra mille strepiti di folla mediante la precedente rimozione di De Magistris, imbeccata da Mastella.
Certo che se poi hanno la spudoratezza di parlar male di Scìlvio.........

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